All’età di 89 anni è morto Donald Gray Triplett, il primo caso osservato da Kanner, che poi lo descrisse insieme ad altri 10 nell’articolo “Autistic Disturbances of Affective Contact, Nervous Child 2 (1943): 217-250”, l’articolo nel quale per la prima volta nella storia si parlò di autismo infantile precoce.

Il caso, insieme agli altri 10, attirò l’attenzione di Kanner in quanto le gravissime difficoltà nell’interazione sociale erano in contrasto con lo sviluppo, talora eccezionale, di abilità in altri ambiti dello sviluppo.

L’autismo, chiamato prima infantile precoce, poi solo precoce, veniva diagnosticato in bambini che dovevano assomigliare a quegli 11 descritti da Kanner.

In seguito le cose sono cambiate fino ad arrivare, col DSM 5, alla dizione di spettro autistico con le suddivisioni in 3 livelli definiti dal fabbisogno di sostegno.

In ogni caso la prima descrizione di Kanner resta fondamentale se non altro perché l’autore ha sottolineato che tra le aree dello sviluppo esisteva anche, in parte separato dagli altri, lo sviluppo della comunicazione sociale, con deviazioni che potevano riguardare diversi settori e diversi livelli di gravità.

Il caso Donald è interessante non solo perché è stato il primo nella storia ad essere descritto, ma anche e soprattutto perché di lui abbiamo la descrizione dell’intera vita, grazie alle lettere dei genitori prima e all’interesse suscitato in diversi giornalisti in età mature fino alla vecchiaia poi.

John Donvan and Caren Zucker hanno descritto le sue abitudini di vita all’età di 77 anni nell’articolo “Autism’s First Child” dell’ottobre 2010.

La vita di Donald presenta delle ombre, ma anche delle luci e queste luci sono state favorite dalla natura del disturbo, ma anche dalle condizioni familiari e ambientali.

Donald ha sempre lavorato in banca, rispettato e amato dai colleghi. È opportuno sottolineare che i genitori di Donald erano tra i maggiori azionisti di quella banca per cui è verosimile che l’assunzione fosse stata facilitata da questa condizione.

Questo dovrebbe ispirare le Istituzioni a creare percorsi facilitati per l’assunzione di persone come Donald in posti di lavoro adatti alle caratteristiche di ognuno di loro.

Donald viveva in un piccolo paese dove tutti lo conoscevano e avevano nei suoi confronti un atteggiamento protettivo, come si evince dal racconto dei due giornalisti citati.

Donald ha continuato a fare progressi anche da adulto. A 23 anni ha imparato a giocare a golf. A 27 anni ha imparato a guidare l’automobile. A 36 anni ha imparato a viaggiare da solo con l’aereo. Almeno fino all’età di 77 anni non ha assunto psicofarmaci, a dimostrazione del fatto che è possibile anche per i casi di autismo più tipici trascorrere un’intera vita senza psicofarmaci.

È campato fino alla ragguardevole età di 89 anni. Anche da un singolo caso si possono trarre molti insegnamenti e dunque studiamo bene il caso Donald per dare a tutti le opportunità che nel suo caso sono state favorite da condizioni ambientali casuali, ma che possono essere riprodotte in modo non casuale ma programmatico per tutti.

Daniela Mariani Cerati